Stress idrico

Quali sono le differenze tra siccità e stress idrico nelle colture?

I termini siccità e stress idrico sono spesso usati in agricoltura, ma non sono sinonimi. Comprendere le differenze tra di essi è fondamentale per gli agricoltori e i ricercatori agricoli che cercano di mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici sulle colture.

Quali sono le differenze tra siccità e stress idrico nelle colture

Una siccità è un periodo prolungato senza precipitazioni. È legata a condizioni climatiche eccezionali, tra cui cambiamenti nel regime delle piogge durante l’anno, temperature elevate e venti secchi, i cui effetti si accumulano nel tempo. La siccità che colpisce direttamente la produzione agricola è la siccità edafica, conosciuta anche come siccità da deficit idrico nel suolo. Questa è dovuta alla mancanza di riserve idriche disponibili nel suolo per le piante, con conseguenze sulla produzione vegetale nel suo insieme e, indirettamente, sulla produzione animale.

Siccità sempre più frequenti e gravi

Secondo i dati dell’Osservatorio europeo della siccità (EDO), che monitora l’umidità del suolo dal 2012, il continente ha conosciuto condizioni di siccità per circa dieci anni. Più precisamente, dal 2018, si è registrato ogni anno almeno un mese di siccità che ha interessato oltre il 40% dei suoli europei. Questo non era mai accaduto nei sei anni precedenti, dal 2012 al 2018. In altre parti del mondo, il nord del Brasile ha subito una siccità senza precedenti nell’autunno del 2023, con ripercussioni su persone, fauna selvatica e piante.

Stress da deficit idrico: un fenomeno insidioso

Il termine “stress idrico” si riferisce alla condizione di una pianta quando le sue esigenze idriche superano ciò che il suolo è in grado di fornire. In altre parole, la pianta ha “sete”, ma il suolo non contiene abbastanza acqua per soddisfarla. Una siccità provoca naturalmente stress idrico nel tempo, ma anche pochi giorni — o addirittura un solo giorno — senz’acqua possono generare uno stress sufficiente da compromettere lo sviluppo della pianta e, di conseguenza, la resa. Le piante sono costrette ad attivare meccanismi di autoconservazione. La mancanza d’acqua intacca il potenziale produttivo in modo diverso a seconda dello stadio di sviluppo della coltura. Anche un breve periodo di deficit idrico può provocare perdite significative se si verifica in un momento cruciale del ciclo vitale, come durante la fioritura o il riempimento dei chicchi.

I suoli con bassa disponibilità idrica sono più vulnerabili

I terreni con bassa riserva idrica disponibile sono particolarmente soggetti allo stress idrico. Se il suolo non trattiene a sufficienza l’acqua, le piante ne risentono rapidamente. Questo accade anche dopo piogge deboli: il suolo può sembrare umido in superficie ma restare secco negli strati profondi e a livello radicale. Anche un vento forte può asciugare rapidamente il terreno. Al contrario, piogge intense tendono a scorrere in superficie piuttosto che infiltrarsi, soprattutto su terreni compattati. Queste precipitazioni abbondanti non aumentano la disponibilità idrica nel suolo e hanno un impatto minimo sulla capacità delle piante di gestire lo stress idrico.

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Soluzioni naturali per prevenire lo stress idrico

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